Considerazioni e mugugni attorno all'illusione della condanna a Silvio.
Mi sono fatta prendere anch'io dalla
frenesia per la sentenza definitiva sulla frode fiscale di
Berlusconi.
Per qualche ora ho incrociato le dita
sperando di vedere finalmente in galera un delinquente che delinque
fingendosi anche paladino dei giusti.
Ho scongiurato per vedere finalmente
quella dentiera sorridente, quella faccia da deretano in plasticone
dietro le sbarre o in fuga ad Hamamet.
Ma poi, nel giro di qualche
ora,l'entusiasmo ha iniziato a scemare.
Ho riportato in cantina la bottiglia di
vino che mio padre aspetta di stappare dal '94.
Non perchè pensi che San Silvio se la
caverà anche sta volta, magari alla fine lo condannano davvero,
chissà.
Solo mi sono resa conto di quanto
illusorio sia aspettare in grazia la condanna, sociale più che
giudiziaria, di un un metro e cinquanta di ometto che la condanna, al
reso degli italiani, la sta facendo scontare da vent'anni.
Berlu cadrà probabilmente in piedi su
quelle gambette corte, si luciderà la pelata e andrà a farsi
qualche ragazzina in Sardegna sfoderando la bandana nuova come ogni
estate.
Eppure per questo processo si stanno
spendendo fiumi di inchiostro, giorni di dirette televisive,
kilometri di carta stampata, migliaia di battutine da bar e sproloqui
fra amici alla terza birretta.
Ma mentre si faceva il totopena sul
processo Ruby, mentre si puntavano tutti i riflettori sulla testa di
Berlusconi (con attenzione all'effetto gibigiana) sono passati sotto
silenzio processi e casi giudiziari ben più importanti, e reati più
vergognosi:
Le scarcerazione degli agenti di
polizia che hanno massacrato Federico Aldrovandi, che nel 2005 hanno
ammazzato di botte, spezzandogli tre manganelli sulla schiena e sul
cranio,un ragazzo di 19 anni durante un controllo di routine.
I sindacati di categoria hanno avuto
anche il coraggio di dargli il bentornato, io personalmente sarò un
po' più in ansia ogni volta che vedrò una divisa e un manganello.
L'assoluzione dei poliziotti che erano
indagati per il caso Cucchi, geometra romano trentunenne morto mentre
era sotto custodia cautelare, con gli occhi pesti, le echimosi in
volto,senza la possibilità di telefonare alla propria famiglia. I
medici sono stati condannati, evidentemente decisivi per la dipartita
di Stefano i colpi di stetoscopio e di abbassalingua.
27 suicidi e 57 morti in cella nelle
carceri nell'ultimo semestre. Ma nessuno era stato invitato al bunga
bunga quindi niente edizione straordinaria per loro.
L'estradizione dalla Spagana di
Francesco Puglisi, che a Rebibbia dovrà scontare, come altri nove
ragazzi, quattordici anni di carcere per “devastazione e
saccheggio” nel corso del G8 del 2001 di Genova. Colpirne uno per
educarne cento diceva una volta un altro celebre pelato, quattordici
anni di galera non sono certo un castigo lieve (Berlu in tutto non
ne rischia più di quattro) mentre le circa 200 denunce per percosse
a manifestanti da parte delle forze dell'ordine sono state
archiviate, indultate o sono andate prescritte. Anche quelle per la
mattanza alla scuola Diaz.
Sono solo pochi esempi di quello che
veramente sta andando storto nella giustizia e nella società
italiana.
Quello che vent'anni di berlusconismo
hanno lasciato a questo paese è molto peggio di un conflitto di
interesse, dei senatori corrotti, di uno Stato frodato.
Mi guardo in giro, in mezzo a una
generazione che sta diventando sempre più arrivista, razzista,
iniqua, ipocrita e disposta a tutto: il problema non è Silvio
Berlusconi, sono i milioni di Italiani che, più o meno apertamente,
non solo non si preoccupano del fatto che il tre volte presidente del
consiglio l'abbia fatto o no, ma addirittura pensano che se l'avesse
fatto, avrebbe fatto bene a rubare, mentire, corrompere, spergiurare
e scopare sedicenni, perchè loro farebbero lo stesso.
Preoccuparsi che Berlusconi finisca in
galera adesso è come agitarsi per l'estrazione di un dente marcio
quando la cancrena ha ormai invaso tutta la mascella, tutto il cranio
e gran parte del corpo.
Prima o poi, certamente, ci libereremo
del sempiterno Silvio, ma spurgare questa piaga di menefreghismo
dilagante, di corruzione d'animo imperante, di assuefazione
all'ingiustizia,sarà un processo lungo e magari fallimentare.
Non so quanto l'infezione sia estesa,
ma mi sento come un piccolo globulo bianco che lotta come un matto
contro la peste bubbonica: ho voglia di mollare e di andarmene da
questo organismo in rovina, ma so che se quello che resta delle
difese prendesse questa decisione, di questo paese non resterebbe
altro che una carcassa,pronta a imputridire.