La polizia sta rivelando ancora una volta il proprio volto più brutale, spinta dal pugno di ferro del primo ministro Erdogan,intenzionato a non cedere alle richieste dei manifestanti, che lottano da quasi due settimane per la propria libertà di riunione,espressione e pensiero.
Gli alberi simbolo di Gezy Park, il cui piano di abbattimento ha incendiato la miccia della più grande sollevazione popolare nella storia della Turchia, sono ancora a rischio, e per poterli abbattere il primo ministro ha ordinato un impiego massiccio della forza verso i manifestanti accampati, ma ha sfoderato anche un altro asso dalla manica.
Imparando forse dalla drammatica montatura orchestrata nel corso del G8 di Genova del 2001 dai vertici della polizia e dal govern(in)o italiano, per trasformare il dormitorio di manifestanti nella scuola Diaz in un mattatoio degno delle dittature sudamericane, qualcuno ha fatto spuntare in piazza Taksim Molotov e "Black Block" in versione turca.
Nella mattinata di oggi una ventina di persone hanno cominciato a lanciare bottiglie incendiarie sulla polizia,che stranamente non ha reagito,ma la stragrande maggioranza dei manifestanti non ha riconosciuto la frangia violenta.
Per blogger e cronisti sul posto si tratta di poliziotti in borghese infiltrati per far salire la tensione e giustificare una mattanza.
Qualcuno ha intravisto fondine d'ordinanza e distintivi.
Allora è successa una cosa incredibile: i ragazzi di piazza Taksim, e quanto li stimo in questo momento per aver dimostrato una tale pacifica perseveranza, hanno formato una catena umana fra il gruppo armato e gli agenti, per proteggere questi ultimi.
Un paradosso?
Forse, ma in questo paradosso vedo una generazione che ha imparato dal passato a non farsi fregare dai trucchetti di regime, e che non ha intenzione di cadere nelle trappole tese da uno Stato indegno di questo nome.
In queste ore stanno continuando gli arresti e le violenze ad Istanbul ed Ankara, ma il giochino architettato per far ricadere la colpa sui manifestanti non ha funzionato.
La polizia ha iniziato ad arrestare anche fotografi e giornalisti, ma nonostante ciò, grazie alla tecnologia dilagante, foto e video che documentano le violenze continuano ad arrivare a noi.
Poliziotti che sparano in testa a ragazzi: http://www.youtube.com/watch?v=wt1Vs_ciFyE
Catene umane in mezzo ai lacrimogeni,
Giornalisti allontanati per nascondere la bruttezza del regime, ormai sotto gli occhi di tutti.
E ancora una volta, noi siamo qui a guardare. 5000 feriti, almeno 5 morti ed altri 12 ragazzi in condizioni gravissime,decine di persone che hanno perso la vista.Violazioni costanti dei diritti fondamentali di associazione, espressione e stampa.
Cosa deve succedere ancora perchè la comunità internazionale intervenga al fianco di questi uomini e queste donne pieni di coraggio e determinazione?
Seguite l'evolversi della situazione su https://www.facebook.com/OccupyGezi?hc_location=stream , se la primavera turca finirà nel dimenticatoio, non ci sarà più niente che potrà fermare i bulldozer di Erdogan.
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