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venerdì 25 ottobre 2013

Midollo osseo: quando salvare una vita costa troppo e non vale abbastanza

La generosità a volte non basta. Gli aspiranti donatori di ADMO sono bloccati da più di un anno: i test costano troppo e intanto le banche dati si svuotano.


In Trentino, nella nostra isola felice in cui tutto funziona, la mala sanità viaggia su una altro livello.
Lungaggini burocratiche,L'Aziende Sanitaria in altre faccende affaccendata, fondi regionali carenti hanno bloccato da oltre un anno i prelievi di sangue necessari per inserire i potenziali donatori di midollo osseo nel database internazionale che permette ai malati di leucemia,tumori e anemia  di aumentare le possibilità di un trapianto.
Lo confermano, a bocca storta, dall'APSS di Trento,più convinti dalla sede centrale di ADMO e dalla presidenza di ADMO Trentino, ma lo confermano soprattutto gli aspiranti donatori che aspettano,alcuni dal 2010, di poter effettuare il test di tipizzazione, ovvero di mappatura genetica, necessario per entrare a far parte della banca dati.
Sono oltre 650, solo in Trentino.
Mille secondo i dati ADMO in Lombardia, altrettanti in Piemonte.
Il numero a livello nazionale ammonterebbe a diverse migliaia.
Non è solo un problema locale dunque, ma da qualche parte il bubbone doveva scoppiare. E il caso ha voluto che proprio in Trentino un aspirante donatore, avvisato dalla segreteria ADMO che purtroppo per effettuare il prelievo potrebbe passare più di una anno (un altro), ha voluto raccontare la sua storia.
“In trentino abbiamo quasi 300 donatori all'anno, e abbiamo i volontari più giovani d'Italia- ha raccontato la vice presidente ADMO Trentino Ivana Lorenzini- eppure siamo costretti a farli attendere,ancora e ancora, e io sono veramente costernata, dispiaciuta e amareggiata, stufa di ricevere lettere e e mail di volontari che lamentano questo disagio.”
E' una questione di soldi, ancora una volta. Le strutture nei laboratori trentini ci sono, quello che manca è la voglia di investire (e questa è una scelta che sta ad ogni regione)nei nuovi tipi di test.
“ La legge europea recepita a livello nazionale impone un'analisi in alta definizione, molto costosa specialmente per le piccole realtà- ha spiegato ancora Ivana Lorenzini- ora è necessario valutare tutti e quattro i livelli di compatibilità, non più solo i primi due. Come associazione non abbiamo i fondi per pagarli di tasca nostra,e i contributi regionali non arrivano. Dall'APSS dicono che stanno lavorando, ma evidentemente non a questo. Abbiamo donatori fermi dal 2010.”
A mettere i bastoni fra le ruote all'importantissimo lavoro di ADMO ci pensano tanti fattori, nuove norme, borse di studio che finiscono, fondi che calano.
Tanti cittadini privati contribuiscono con donazioni, con il 5 per mille, ma spesso proprio dalle amministrazioni manca il sostegno necessario e intanto la lista dei malati in attesa di midollo si allunga.
Oggi una nuova “tavola rotonda” fra APSS e ADMO potrebbe sbloccare questa situazione, decidendo se mandare i campioni di sangue fuori regione, per effettuare i test in centri più grandi, o se finalmente investire per realizzarli in loco. Per i potenziali donatori comunque, ci vorrà almeno un altro anno per uscire da questo limbo.
Per un malato di leucemia, o di altre malattie potenzialmente curabili con le cellule staminali contenute nel midollo osseo la probabilità di trovare un donatore compatibile è molto bassa, una su 100.000 fuori dal nucleo famigliare.
Per questo è vitale che nelle 51 banche dati internazionali ci siano più potenziali donatori possibili.
E se qualcuno delle migliaia di aspiranti donatori trentini e italiani che da anni aspettano di essere inseriti nelle liste fosse proprio quell'uno su 100.000?
E se qualcuno fra “color che son sospesi” in questi anni di languire burocratico, avesse potuto salvare una vita?
Non c'è modo di saperlo, ma è necessario che associazioni,aziende sanitarie e Regioni si impegnino per risolvere questa situazione drammatica.
Penso se ad essere malato fosse mio figlio,mia madre, mio fratello.
Nella ricerca disperata di un donatore, potrei accontentarmi degli “E se...?”.