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lunedì 3 giugno 2013

Turchia:se informarsi sulla rivoluzione di Gezi Park è un dovere.

Tre notti e quattro giorni di scontri,migliaia di feriti, un numero di morti impossibile da accertare.Il silenzio dell'informazione.

Quella che è iniziata quattro giorni fa ad Istanbul come una protesta per salvare un parco dalla cementificazione selvaggia si sta trasformando in una vera e propria guerriglia urbana.
La rivolta dei giovani  turchi per fermare i programmi iperfuturisti ma soprattutto le mire dittatoriali del premier Erdogan fa paura al governo,ma indispettisce anche l'Europa sull'orlo di una crisi di nervi.
Il risultato è che giornali e telegiornali relegano la cronaca degli scontri di piazza a trafiletti e servizi di chiusura, mentre la protesta si estende a macchia d'olio infiammando anche la capitale Ankara e Izmir.
Twitter, Facebook, Tumblr e i blog indipendenti sono diventati gli unici strumenti dei manifestanti per raccontare ciò che succede. "Noi turchi dobbiamo imparare a protestare, non siamo abituati- commentano alcuni attivisti intervistati - e ad avere paura della violenza della polizia, non si fermano finchè non ti fanno del male".
La situazione è di una gravità che sfugge ai più, per la complicità di media e istituzioni che temono l'effetto domino, già per altro partito in alcuni focolai di sostegno a Berlino e Londra.
 La notte è illuminata dai roghi delle auto date alle fiamme, i feriti, 58 per le fonti ufficiali, sono migliaia, i morti almeno 5 secondo i manifestanti, 2 secondo Amnesty International, che chiede a gran voce un intervento esterno per controllare la brutalità della polizia.
Idranti e granate lacrimogene sono usati come vere e proprie armi, sparati ad altezza uomo.
I proiettili veri hanno sostituito quelli in gomma e da ieri la polizia ha iniziato a sparare dalle finestre delle case.
Non ve lo diranno i telegiornali, ve lo dirà solo la rete: migliaia le foto e i video postati che testimoniano la violenza cieca del braccio armato di Erdogan.
I feriti, alcuni gravissimi, riempiono gli ospedali, ma anche gli alberghi che hanno aperto le porte ai manifestanti. Molti ragazzi hanno perso la vista, "la nostra pelle brucia" gridano nei video apparsi su twitter. La protesta a Izmir, città più lontana dai riflettori, ha subito la più brutale repressione: ragazzi e ragazze sono stati picchiati in maniera violentissima, centinaia sono stati arrestati e tutt'ora trattenuti, alcuni manifestanti sono stati colpiti alla testa da proiettili volanti. Poliziotti in borghese sono infiltrati nelle manifestazione, approfittando del caos per colpire ancora più duramente la folla che chiede solo il rispetto della propria storia, dei propri diritti, della propria società.
Adesso il pugno di ferro di quello che si sta rivelando un dittatore sta colpendo i social network: in questi minuti è stato sospeso l'account Twitter di #occupygezi, non è più possibile accedere alle foto e ai video che mostrano ragazze colpite con idranti e manganelli, teste spaccate e ragazzi svenuti per le intossicazioni da gas lacrimogeni, lanciati addirittura dagli elicotteri.
Dobbiamo fare tutto quanto in nostro potere perchè ciò che succede in queste ore in Turchia, nella Porta d'Europa, non venga oscurato.
Seguite gli hashtag #occupygezi,https://twitter.com/OccupyGezi
 #direngezipark,https://twitter.com/DirenGeziParki ,su Twitter, andate in prima persona a vedere qui le foto delle violenze negli scorsi giorni:https://twitter.com/DirenGeziParki/media/grid ,
io ne ho riportate solo alcune.
Su Facebook la pagina Occupy Gezi sta facendo il possibile per mantenere alta l'attenzione, non lasciamoli soli.
La gente turca è dalla parte dei manifestanti, negozianti,albergatori, donne e uomini comuni.Il rettore dell'università di Istanbul ha posticipato la sessione d'esami per dare la possibilità degli studenti di manifestare il proprio dissenso al sistema di Erdogan,che in dieci anni con il 35% di preferenze ha stravolto la fisionomia di uno stato in favore delle proprie mire megalomani, posizionando fondamentalisti islamici in tutti i ruoli di spicco nella pubblica amministrazione e nell'esercito.
Questa è una rivoluzione buona, lo so, lo sento, lo vedo dalle poche immagini "belle" che sono apparse in questi giorni in cui sono stata attaccata a twitter per seguire le notizie.
Due su tutte: un uomo che lava gli occhi al proprio cane,accecato dai gas,in mezzo alla folla in fuga  e i fiori piantati nei bossoli delle granate lacrimogene raccolte dalle strade.Anonymous e Indignados hanno già dato il proprio sostegno attivo alla rivolta.Il minimo che possiamo fare noi è  tenere alta l'attenzione su questa rivolta, che potrebbe trasformarsi in una svolta, per l'Europa intera.



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