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lunedì 8 luglio 2013

Dimmi cosa compri e ti dirò chi sei: l'enigma del carrello della spesa.

Siamo davvero capaci di fare la spesa? O a quello che ci ha insegnato la mamma c'è qualcosa da aggiungere? Qualche consiglio per fare una spesa etica,intelligente e senza trucchi.





Sceglie dove: Il negozio dove decidiamo di fare i nostri acquisti è la prima fra le possibilità da valutare attentamente: se è sempre più difficile passare dal panettiere,dal verduraio, dalla bottega di fiducia e si finisce spesso per ripiegare sul più pratico supermarket anche nella grande distribuzione di può cadere più o meno in piedi. Sui siti delle principali catene trovate (o non trovate, e quella è già una bella scrematura) informazioni su politiche ambientali ed etiche adottate di punti vendita.


Scegliere come: Andare a fare la spesa a piedi o in bicicletta, condividendo il tragitto in automobile con altri consumatori invece di intasare strade e parcheggi degli ipermercati, è un buon inizio. Ma Come portare a casa la nostra spesa significa anche scegliere di trasportarla in borse ecologiche e riutilizzabili (ad esempio in canapa) o in cassette e cartoni che avranno così una seconda vita.

Scegliere cosa: Un piccolo impegno nel valutare cosa mettiamo nel carrello,può fare già una grande differenza:

Frutta e Verdura: Mettere peperoni e melanzane, mele e pere, radicchio e lattuga pesate separatamente nella stessa busta per arrivare alla cassa, non rovinerà certo le proprietà di frutta e verdura ma permette di risparmiare un bel po' di plastica. Prediligere prodotti locali e stagionali,impiega il tempo di leggere un cartello ma fa risparmiare un bel po' di CO2.

Imballaggi. Vi capita mai di tornare a casa dopo la spesa e riempire un bidone di rifiuti solo mettendola in ordine fra frigo e armadi? Gli imballaggi, prevalentemente in plastica e pvc, possono essere diminuiti se non addirittura eliminati. Scegliere tagli freschi di formaggi,carne e affettati, eviterà l'accumulo di vassoietti in plastica e polistirolo ed ettari di celophan, prediligendo la “vecchia” confezione in carta fatta al momento. Preferire imballaggi di pasta,uova,biscotti,scatolame e molto altro in monomateriale (evitando per esempio le scatole della pasta in cartone con la finestrella in plastica per vedere meglio farfalline e conchiglie di cui sappiamo comunque la forma, e quelle delle uova fatte di plastica,ricoperte di carta,e poi,non si sa mai, di un altro strato di plastica) facilita la differenziata e diminuisce il rifiuto. Anche saponi e detersivi acquistati sfusi diminuiranno di un bel po' il volume del bidone della plastica.Inoltre valutando il prezzo al kg, oltre a risparmiare avrete la possibilità si comprare più prodotto, e  meno imballaggio.

Carne: Se proprio alla fiorentina e al petto di pollo non si sa rinunciare, con un po' di spirito d'indagine è facile sapere come,dove, e quando gli animali che finiscono nei piatti sono stati allevati e macellati: rifornendosi in realtà alternative a quelle industriali si può mangiare carne con un maggior rispetto per natura,animali e per la nostra salute.

Pesce: Il “pesce etico” E' una delle bestie più rare da catturare al supermarket. Quello d'allevamento è spesso stipato in vasche sovraffollate e luride, nutrito con farine animali e divorato dai parassiti, quello pescato,in molti casi,specie all'estero e in zone dove i controlli sono scarsi, viene issato in barca devastando anche l'ambiente circostante ( per pescare 1 kg di gamberetti si rigettano in mare morti o moribondi 24 kg di altri animali marini) e lasciato asfissiare. E' inutile chiedersi se il pesce che abbiamo nel piatto ha sofferto per arrivare lì, la risposta è praticamente sempre sì. Tuttavia, Il meno pregiato pesce di lago e fiume, e il pescato di mare sotto severi controlli ambientali può essere un buon compromesso fra gusto e coscienza.

Uova: Se non avete la fortuna di conoscere qualche contadino che vi possa procurare uova ruspanti, in negozio scegliete quelle bio, o almeno allevate all'aperto, anche per i derivati: le uova da allevamenti “a terra” indicano solo che le migliaia di galline stipate in capannoni illuminati a giorno 24 ore su 24 sono ammassate in recinti a pianterreno invece che su pile di gabbie di diversi metri.

Latte e formaggi: Distributori di latte fresco e rivendite dirette di formaggi sono sempre più a portata di mano, ma anche al supermercato è facile selezionare latte e derivati prodotti in zona,secondo criteri etici, e con caglio artificiale (quello naturale viene estratto dallo stomaco dei vitelli)

Acqua: In Trentino siamo fortunati. L'acqua del rubinetto è potabile e buona quasi ovunque e prediligerla a quella in bottiglia risparmia un bel po' di plastica alle discariche.

Cosmetici e prodotti per il corpo: Non aspettatevi che le grandi marche dichiarino sulle loro super trendy confezioni “ questo shampoo è stato testato su un delizioso coniglietto bianco che ha perso la vista, è raffinato dal petrolio e inquina ambiente e corpo”.La regola è una sola: se non è espressamente dichiarato sulla confezione ( ed anche in quel caso spesso, vale la pena incrociare le dita) ogni deodorante,dentifricio,shampoo,sapone,balsamo detersivo,cremina o polverina sugli scaffali è SEMPRE testato inutilmente su animali e spesso,la lista delle componenti è degna di un diserbante. Le alternative sono possibili, ed è facilissimo trovare on line le liste delle aziende etiche e di quelle senza l'ombra di rimorso.



In conclusione,LEGGERE L'ETICHETTA sempre. Ingredienti inutili e cancerogeni come olio di palma, grassi animali idrogenati, conservanti e coloranti sono anche dove meno si pensa. La scelta comincia dall'informazione, e l'etichetta è la prima pagina del giornale del mattino.

Per approfondire:

-La "Guida al consumo critico" edita da Emi, un must have nelle biblioteche BisbEtiche

 -"Le Bugie nel carrello" di Dario Bressanini, per chi è in fuga da marchi, marketing e megadistribuzione.

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