Translate

giovedì 30 maggio 2013

Franca e le altre.Per tutte quelle che lo stupro se lo sono meritato.


Franca Rame era una grande artista. Era una donna impegnata in politica. Era una donna che lottava per i diritti delle altre donne.
Franca Rame era una donna stuprata.

Non l’ho saputo fino all’altro ieri, quando se ne è andata lasciando un vuoto nel mondo del teatro e della politica,e un’eredità difficile da gestire.
Non l’ho saputo finchè non ho sentito il “coccodrillo” del tg3, che raccontava di come quattro fascisti l’avessero rinchiusa in un furgone, torturata, e violentata a turno, per punirla per l’impegno politico a sinistra. “Un dolore così grande che per due anni non ha raccontato quell’esperienza a nessuno,nemmeno al compagno Dario Fo” continuava il servizio del tg3.
Non capivo perché una donna così, una valchiria, una leonessa, avesse taciuto lo stupro.
L’ho capito poco dopo, durante il servizio del tg2 che parlando di Franca la descriveva come “la pasionaria rossa disposta a tutto, anche ad usare la propria bellezza per la lotta politica. Finchè non fu stuprata”
Finchè.
Finchè non è una congiunzione come quando,e, o poi.
Finchè significa “hai fatto e questa è la conseguenza.”
Hai usato la tua bellezza, sei stata stuprata, te lo sei meritato. Così impari.
Sulla stessa falsariga di ragionamento morboso e maschilista qualche ora dopo qualcuno scrive sul muro di un liceo “Franca Rame ha goduto quando è stata violentata”.
L’ha scritto sulla vita e la morte di una persona di 84 anni.
L’ha scritto in faccia a un figlio, e a un marito che sono rimasti.
L’ha scritto sulle storie di migliaia di donne che subiscono abusi, e se ne sentono accusate.
Perché se subisci una rapina, se ti rubano la macchina, se un ladro ti entra in casa, nessuno a processo ti chiederà se ti è piaciuto, se hai fatto qualcosa per far sì che il ladro potesse entrare più facilmente.
Ad un processo per stupro sì, te lo chiederanno. Ti chiederanno quanto era lunga la tua gonna, quant’erano stretti i tuoi jeans, quanto avevi bevuto quella sera.
Scoveranno i tuoi partner sessuali dell’ultimo decennio, faranno di tutto per mostrare che il sesso ti piace, quindi in fondo che sarà mai.
La vittima, sarà umiliata, messa alla gogna, indagata, peggio del bruto o del branco che l’ha mutilata nell’anima.
Questo, è il motivo per cui le donne tacciono dopo gli stupri, dopo le botte dei mariti,dopo le minacce dei fidanzati.
Questo è il motivo per cui se torni a casa da sola in autobus la sera tardi fai meglio a portarti una tuta da indossare.
Questo è  Maria Goretti che è stata  fatta santa,perché si è fatta ammazzare per difendere la sua virtù, mentre la ragazzina di 15 anni che a Lecce è stata violentata da 8 compagni di scuola ha dovuto cambiare città, quando loro sono liberi:uno di loro aveva una foto a seno nudo che lei gli aveva inviato mesi prima. Allora l’ha meritato, lo stupro di branco.
Questo, mi fa schifo.
Mi fa rivoltare le budella dalla nausea, come donna e come cittadina, mi fa incazzare l’ingiustizia che uomini beceri e ignoranti non capiscano che ogni ragazza ha diritto di mettersi una minigonna o un paio di jeans stretti perché le capita di pensare che stiano bene sulle sue gambe e non perché ha voglia di commenti,fischi e attenzioni oscene.
Mi fanno incazzare ancora di più le donne, meschine e invidiose, che pensano “ben le sta”quando ad essere violata, sfigurata, uccisa è una donna bella.
Questa è la base del femminicidio e della violenza di genere. Il diritto che in troppi si arrogano di giudicare e punire.
E’ il motivo per cui il soldato in guerra stupra la donna nemica prima di ucciderla, per cui il delitto d’onore è stato legge, fino al 1977.
Quanto fa paura allora mi chiedo la sessualità di noi donne a quegli uomini che si sentono inadeguati, falliti, incapaci di far valere la propria virilità se non con a violenza?
Quanto vi fa incazzare che in questo emisfero,almeno nell’ultimo mezzo secolo ci siamo riprese il diritto di scegliere, di essere, di amare il nostro corpo, di godere?
Vigliacchi. La vostra esistenza fallocentrica è destinata a fallire, nonostante tutte le botte,l’acido gettato in faccia, e gli stupri.
Perché non sono bastati il branco, le bruciature di sigaretta, lo sfregio di 30 centimetri con una lametta a far tacere Franca Rame.
Quando ha potuto, ha denunciato. 25 anni dopo,i suoi aguzzini sono ancora liberi, grazie alla prescrizione, ma lei ha vinto.
Perché ha scritto,recitato,raccontato la sua esperienza.
Perché ha militato affinchè noi tutte trovassimo il coraggio di reagire invece di subire, di gridare invece che tacere, di scrivere invece che dimenticare.
Grazie Franca, a tutte le donne come te, che ogni giorno la brutalità maschile tenta senza riuscirci di piegare, dico grazie.
A  tutte quelle che hanno paura, che scelgono di tacere e di saltare dal balcone, dico coraggio, non siete sole, sono con voi.
A tutte quelle come me, che hanno la fortuna di non aver mai subito nulla di tanto barbaro, dico non fate finta di niente. Non date contro al vostro stesso genere, siate la voce di chi non può  o non vuole gridare, non crogiolatevi nel tanto a me non accadrà.
Per questo vi invito a mettere un vestito rosso domani, per ricordare Franca come voleva lei, e di intonare una strofa di “bella ciao” come lei ha immaginato.
E se proprio non volete passare per comuniste,fate uno strappo alla sintassi e non negatele almeno un “ciao, bella”.

venerdì 24 maggio 2013

Una “leggera” differenza.


Pro e contro nel confronto cannabis- tabacco.


Fuori da locali, licei ed università è più che normale imbattersi in capannelli di persone che aspirano bramose boccate di sigaretta. Pochi storcono il naso come invece accade spesso quando nell'aria si espande quell'odore tipico un po' dolciastro che fa intuire che nella sigaretta rollata ad arte non si trova solo tabacco Philip Morris, ma anche qualche altro vegetale ben più osteggiato.
Cannabis, marijuana,ganja,erba, hashish, fumo.
Di nome o di fatto a tutti o quasi è capitato di inciampare almeno una volta in questa sostanza psicotropa.
Ma quanto si differenzia dal tabacco questa pianta dalla foglia a sette punte?
Se una valutazione si deve fare che si faccia per bene, mi sono detta, alla notizia che negli Stati Uniti e presto in alcuni paesi del nord Europa la marijuana (a scopo terapeutico documentato) sarà disponibile anche in distributori automatici, proprio come le sigarette.
Dunque partiamo dalla caratteristica più universalmente rilevante: l'impatto ambientale.
Se le conseguenze fisiche riguardano solo i consumatori quelle sul pianeta hanno a che fare con ognuno di noi, e vale la pena prenderle in considerazione.
Non vi dirò di quale pianta sto parlando fino alla fine dell'articolo, così, per metterci un po' di suspence.

La produzione,dalla semina alla confezione, di questa foglia aromatica causa ogni anno la deforestazione di circa 2,5 MILIONI di ettari di foresta specialmente in paesi in via di sviluppo. L'intera industria consuma in termini di risorse idriche ed elettricità circa il 7% della produzione mondiale I residui del consumo, stimati a livello globale in 72 MILIARDI di unità, sono rifiuti tossici il cui impatto è assimilabile ai rifiuti industriali, e riversano in mare 324 TONNELLATE di veleno ogni anno solo in Italia. L'inquinamento dell'aria corrisponde a quello di 800.000.000 di auto.

La produzione consuma l'1% dell'elettricità e dell'acqua globale, consumo dovuto principalmente alla produzione indoor. I residui prevalentemente organici e biodegradabili producono comunque circa 17000 TONNELLATE di rifiuti. Da questi calcoli sono esclusi gli usi alimentari e tessili. La coltivazione di ogni pianta indoor produce 300 volte il proprio peso in Co2.

Passiamo all'altro ambito che interessa l'intera società: sostegno allo Stato e alla Criminalità organizzata(solo in questo caso li tratterò come due entità separate, abbiate pazienza...):

Dalla vendita di questo prodotto entrano nelle tasche dello stato quasi 10 MILIONI di euro, rappresentando il 6,4 per cento delle imposte dirette. A livello globale, la criminalità organizzata guadagna circa UN MILIARDO di euro all'anno dal suo commercio.

Alle casse dello stato italiano di questa pianta non resta che piangere. Nulla di guadagnato da imposte dirette,qui da noi, ma un businnes da UN MILIARDO E MEZZO per il governo americano, sti furboni. Alla criminalità organizzata di ogni continente d'altro canto arrivano dal commercio in questione 24 MILIARDI di euro. Bruscolini da mezza finanziaria insomma.

Se poi della collettività ce ne fregasse ben poco, potremmo valutare l'impatto sul nostro fisico:

Chi consuma continuativamente questa particolare pianta confezionata va incontro a problemi circolatori,assuefazione,gotta,pressione arteriosa alta,asma bronchiale, infezioni alla pelle,al tratto digerente e respiratorio, perdita del tono di pelle e capelli, e poi ancora enfisema, cancro e morte.
I decessi derivati dalle sostanze contenute sono circa 6 MILIONI. All'anno.


Fumarne tutti i giorni può portare ad asma, secchezza delle fauci,abbassare il livello di testosterone,causare tachicardia,confusione e dipendenza. Tuttavia è dimostrata l'efficacia del principio attivo contenuto come stimolante delle funzioni cognitive (Center for Translational Psychiatry delFeinstein Institute for Medical Researche delZucker Hillside Hospital ) e nel trattamento della schizofrenia e dell'ansia, nelle terapie del dolore terminale o cronico,nella cura del glaucoma,dell'artrite e nel controllo dell'obesità, in quanto diminuisce l'assimilazione dei lipidi.
I decessi derivati dalle sostanze contenute sono circa 2 (due non ho dimenticato zeri per strada). Nella storia.

Se nessuna delle due rappresenta un toccasana certo che cambia l'incidenza di dipendenza:

Un fumatore di questa sostanza incallito consuma circa 7000 dosi l'anno. La consumano 1 miliardo di persone.

Un fumatore incallito ne consuma circa 200 ogni 365 giorni. La fumano in 160 milioni.

E la legalità?

La prima è legale per i maggiorenni.

L'uso della seconda comporta una segnalazione al commissariato del governo, un possesso elevato una condanna penale.

E' ora di dare un nome alle cose, anche se ho abbastanza fiducia nell'intelligenza dei miei lettori da essere sicura che abbiano capito bene di che cosa sto parlando.
Le frasi in stampatello sono riferite al tabacco.
Quelle in corsivo alla marijuana.
I dati riportati provengono tutti da ricerche ufficiali dell'OMS,di organizzazioni internazionali e di rinomate università,potete controllarli on line.
Certo è che una bella differenza fra sigarette e canne c'è “E' evidente che alcool e tabacco siano tra le dieci sostanze più nocive- è il risultato di uno studio condotto dal professor David Nutt dell’Università di Bristol-C'è anche la cannabis, ma soltanto all’undicesimo posto”.
Ciò non toglie gravità al fatto che spesso il passaggio dalla canna a droghe più pesanti sia molto facile specialmente in età adolescenziale (a proposito 12 anni l'età media per la prima sigaretta,14 per la prima canna) e con quelle non ci sono confronti che tengano. Cito sempre dallo studio di Nutt “In cima alla top ten eroina e cocaina, a seguire i barbiturici, poi il metadone e al quinto posto l’alcol. Il tabacco, invece, è alla nona posizione per pericolosità. Seguono ketamina,benzodiazepine (legali) e anfetamina. Soltanto all’undicesimo posto la cannabis.”
E in proposito riporto anche le parole dello staff della comunità di San Patrignano “Dal nostro punto di vista, è comunque sbagliato fermarsi alle differenze di effetti fra sostanze pesanti e leggere. Il problema della droga, infatti, nasce prima che la persona ne faccia uso, da un disagio a cui non si è data risposta.”
La cannabis sativa, o canapa indiana, si sta comunque rivelando una risorsa per quei paesi che ne hanno regolamentato l'uso,togliendo una bella fetta di mercato alla criminalità, ma soprattutto la sua parte fibrosa si sta dimostrando una materia prima dai mille utilizzi. La rinascita di questa coltivazione ecosostenibile in progetti indipendenti sta portando enormi risultati nella produzione di carta, tessuti, mobili, ma anche combustibili, cemento, e medicine. Tutto senza un briciolo di THC.
Alla fine insomma, l'uso più stupido che si può farne è fumarla.
Non voglio dunque esprimere qui un giudizio di merito o qualità, solo riportare dei fatti, che poi siano fatti ai “fatti”, quello dipende solo da voi, miei cari lettori!















mercoledì 22 maggio 2013

L'addio di una senza dio a un uomo di dio

Questa sera anche la Bisbetika è di poche parole.


In quest'anno ho detto addio a Rita Levi Montalcini, il bello della scienza.
In quest'anno ho detto addio a Stèphane Hessel, il  valore della storia.
Ora dico addio a Don Andrea Gallo, il giusto della fede.
Ci avete lasciati in un mondo un po' più vuoto.


Come voi nessuno mai.



http://www.youtube.com/watch?v=_5koRYLKUbk

lunedì 20 maggio 2013

Etica APP licata,corso base...


Se la crisi si fa critica i critici incominciano a giocare.
O almeno così dovrebbe essere, a livello di scelte politiche ma soprattutto economiche un po’ di capacità di valutazione in più farebbe bene non solo alla società ma anche al nostro portafogli.

Ad aiutarci nelle scelte di tutti i giorni al supermercato, oltre agli impareggiabili post della Bisbetika, libri (“No logo” ormai amarcord o il più contemporaneo “Se niente importa”per citare due must), pubblicazioni ( a me personalmente piace molto “Terra Nuova”)e finalmente anche App.
Senza star a sentenziare su quanto sia incoerente usare un simbolo di globalizzazione come uno smartphone per fare i consumatori etici, al più puntiglioso farei solo presente che ogni generazione ha i propri strumenti per affrontare i cambiamenti dal mondo, ce ne sono alcune che vorrei segnalare sulle quali vale la pena di investire un po’ di copertura 3G…
Alla prima posizione… la new entry “Buycott” ,App lanciata pochi giorni fa per Iphone ed Ipad che permette di seguire campagne di consumo critico (Dalla crociata contro Monsanto e Nestlè alle cause pro LGBT) ma soprattutto incorpora uno scan per codici a barre che permette di controllare l’eticità dei nostri acquisti. Purtroppo al momento rende solo con i prodotti delle multinazionali presenti anche negli USA, e le informazioni non sono ancora complete (La Nutella risulta fra i prodotti “Buoni” nonostante i litri di olio di palma contenuti) ma promette bene, e soprattutto promette cloni.
Subito sotto anche per associazione di idee VEGScan, che funziona all’incirca sullo stesso database di codici a barre (ancora una volta,purtroppo, solo internazionali) per rilevare la presenza di derivati animali negli alimenti.
Segue a ruota l’app di Altroconsumo, più storica e ad ampio raggio offre qualche informazione in più sui prodotti italiani dalle pagine on line dell’omonima rivista, compresa la lista delle 10 app per risparmiare ( che è diversa da questa se no che scrivo a fare)
Per uscire dai supermercati ( relativamente ai quali cito per correttezza anche le APP di Coop e Crai, anche se tendono più al marketing che all’ etica), interessante l’App che ci aiuta a vivere sostenibile segnalando in maniera concreta le discariche abusive: RAEEporter, in collaborazione con Legambiente, per “taggare” i furbetti dell’immondizia.
Siccome mi piace unire l’utile al dilettevole poi, ecco l’APP per musico dipendenti,amanti della musica live e disorganizzati cronici: Twickets. Avete dimenticato un appuntamento, un matrimonio o la festa della mamma proprio la sera del concerto degli ACDC? Beh, a meno che non sia il vostro di matrimonio io ci andrei lo stesso, ma se proprio non si può sulla piattaforma di Twickets potete scambiare i vostri biglietti con altri con una differenza sostanziale rispetto ad altri siti: niente sovracosti di bagarinaggio. Utile anche quando uno spasimante evidentemente sordo vi regala i biglietti per la prossima data di Gigi D’alessio.
Sono sicura che frugando si trovino anche molte altre App interessanti sotto aspetti etici (come quella che tiene alto l'allerta sulle campagne animaliste della Peta, o quella della Lav per segnalare animali feriti o maltrattamenti)e vi invito a segnalarle se le conoscete.Ma queste sono quelle che mi piacciono e spero possano interessare anche a voi….Altrimenti continuate pure ad andare da Macdonald's
, da oggi i ChickenMcNuggets con il 20% di larve di mosca in più!

venerdì 17 maggio 2013

Meglio gay

Già il suffisso “fobia” nella parola omofobia mi sembra uno strafalcione.
Chi è omofobo al massimo soffre di ignoranza cronica e rabbia repressa,non di una fobia. Non ha paura, è solo un coglione.


E la stupidità di questo genere dev'essere molto difficile da debellare se a quarant'anni esatti dal primo gay pride, siamo ancora qui a scrivere, manifestare e combattere contro l'omofobia.
Sono più che certa che essere gay nel '69, quando indossare meno di tre capi d'abbigliamento adatti al proprio genere era motivo d'arresto, fosse più difficile.
Non metto in dubbio che siano sempre più numerose le realtà in cui ad omosessuali e transessuali vengono riconosciuti diritti e possibilità.
Il Now Yorker ha voluto dedicare la propria copertina per la festa della mamma alle famiglie con due mamme o due papà, il matrimonio fra persone dello stesso esso è riconosciuto anche a pochi passi dalla nostra Italietta,le cure per il cambio di sesso vengono sempre più spesso sostenute a livello statale.
Eppure mi guardo in giro e vedo omofobia dappertutto.
Quando un bambino non ama il calcio e i compagni lo chiamano “femminuccia” quella è omofobia.
Quando l'insulto da stadio (se i “negro” sono esauriti) è “frocio” o “recchione” quella è omofobia.
Quando “Sei lesbica?ma sei bella, che spreco” quella è omofobia.
Quando “Beh due donne insieme sono anche belle da vedere ma due uomini che schifo”quella è omofobia.”
Quando la Russia blocca le adozioni in Francia perchè sono concesse anche alle coppie gay, quella è omofobia.
Quando un ragazzo si suicida, perchè a scuola è vittima dei bulli a causa dei suoi pantaloni rosa,quella è omofobia,di quella brutta.
E' omofobia lo scandalo che “meglio un politico che si scopa le sedicenni che un politico gay”.
E' omofobia, di Stato, il terrore di riconoscere le coppie di fatto per scongiurare il rischio che poi due donne o due uomini possano ottenere di essere trattati come una famiglia. Non sia mai.
“Noi siamo uno stato fondato sulla famiglia tradizionale, formata da un uomo e una donna” e giù scrosci di applausi da campagna elettorale.
Sarà l'influenza del vaticano, ma nel mio Paese mi sento sempre più intrappolata in questa gretta logica medievale.
Sono stufa di sentire telepsicologi sproloquiare sul rischio di far crescere un bambino in una famiglia gay. Ma e tutti quei gay cresciuti in famiglie etero?!
Sono stufa delle risatine davanti ad un uomo al cinema con una donna transessuale.
Sono stufa di sentir negare l'amore “di fatto”.Perchè, un sentimento “di nome” sarebbe più giusto? E' la torta a sette piani, l'abito bianco e la benedizione del prete che fa una famiglia?
L’amore, l’affetto che lega due persone, indipendentemente dalla loro natura,dal loro sesso,dall’estrazione sociale,la fiducia che si crea nel corso del tempo,il sentirsi una famiglia, sono dati di fatto. Che sia etero o gay,irregolare per necessità o per scelta, un’unione che dura nel tempo, sulla quale due persone costruiscono un’intera esistenza, è innegabile.Questo sì, che è un fatto.
Tanto si è faticato perchè gay divenisse una comunità e non una diagnosi,ma ora la strada è tutt'altro che in discesa, e sta a tutti coloro che credono nella giustizia e nell'uguaglianza combattere per spianarla, anche se non ci riguarda in prima persona.
Sperando che un giorno il corollario dell'omofobia diventi solo un guazzabuglio di stereotipi a cui solo gli stupidi fanno ancora riferimento.
Perchè disapprovare l'omosessualità, è esattamente come disapprovare la pioggia:utile solo a farci il sangue cattivo.

mercoledì 15 maggio 2013

Uomini e topi

            Homo Habilis, Homo Herectus, Homo Sapiens, Homo Sapiens Sapiens.E adesso? Homo Oeconomicus, o ancora peggio Homo Homologatus?



Il nostro destino, la nostra storia, la nostra vita sembrano essere sempre più legati al mercato.
E il mercato fatto per chi non ha scrupoli.
Non serviva probabilmente un esperimento scientifico a dimostrarlo, eppure qualcuno l'ha fatto in maniera inequivocabile e parecchio immorale.
Un economista dell'efficientissima Germania (qui l'articolo integrale su Repubblica.it http://www.repubblica.it/scienze/2013/05/15/news/mercato_sopravvivono_cattivi-58761822/?ref=HREC2-7 ) ha chiesto ad un gruppo di persone se i topolini di laboratorio anziani meritassero di vivere: la risposta, circostanziale, è stata unanime: Certo!
Quando poi sul piatto della bilancia è stata messa una spesa di (ben) dieci euro per il mantenimento dei topi,coinvolgendo diversi membri del gruppo nella transazione,oltre il 70% degli intervistati ha cambiato idea.
A morte il roditore.
Da questo, ovviamente, si dipanano tante domande: quanto vale la nostra morale? E la vita altrui? Quali sono le condizioni in cui gli altri sono costretti a sguazzare per permettere a noi di vivere nella bambagia?
Che si tratti di lavoro minorile o in regime di schiavitù, di materie inquinanti uste per estrarre i metalli per creare i chip degli smartphone, sempre e comunque mettiamo davanti il nostro benessere, strettamente economico, all'etica.
Una morale più infima di un mercenario, e più facile da comprare di una prostituta. Dieci euro bastano per farci girare la testa dall'altra parte, quando si parla di topi.
E quando si parla di uomini? Quanto costa il silenzio assenso su un continente che muore di fame e di AIDS? Cento?Mille?
Basta una lavata di coscienza da venticinque euro al mese per dimenticare che milioni di persone muoiono per malattie curabili con una profilassi da 20 euro?
“Il mercato uccide l'etica, il denaro rende tutti più cattivi” Sentenzia Falk dopo l'esperimento.
E qui, nella conclusione, sta il vulnus dell'iniziativa, nonostante il bel tema toccato: i topi, le cavie che dopo una vita in laboratorio sono stati prestati a questa causa sono stati uccisi davvero.
Chi ha schiacciato il bottone rosso per risparmiare una banconota, si è portato via una vita.
Di un topo. Certo. Ma questa non è un'attenuante né per le cavie(umane) né per lo scienziato.
Quanto sarà costata all'etica l'etica di Falk l'ecatombe di roditori?
Quanto il “public or perish” imposto agli studiosi d'oggi è valso questo?
Sarebbe bello trovare un modo migliore per smuovere le acque che lanciarci dentro altre badilate di merda, caro economista.
Perchè se “gridano da sotto le macerie gli operai vittime del crollo di Dacca” dubito che i topi abbiano riso quando sono stati eliminati.
Proprio il “come”, più che il “cosa” di questo studio,dimostrano quanto l'era dell'homo eticus sia ancora ben lontana dal venire.

PS. in materia oltre al film “the experiment” consigliato nell'articolo di repubblica (qui il trailer su youtube http://www.youtube.com/watch?v=UcC4Fga9bj4 )
credo valga la pena dare un occhiata anche ad “Earthlings-Terrestri” (qui la versione integrale in sub ita http://www.youtube.com/watch?v=6RecPWN8Hmw ) per capire quanto disperata sia la condizione della morale umana.



martedì 14 maggio 2013

Uomini folli

Quel razzismo che fa paura                                         

Che sia chiaro. Chi commette un atto violento ne deve pagare le conseguenze, senza se e senza ma. Allo stesso modo in cui chi commette un reato non può restare impunito. Ma adesso ho davanti agli occhi due immagini distinte, terrificanti. Da un lato vedo un uomo, che gridando “ho fame” colpisce a picconate altri uomini.
Una furia disperata e immonda.
Dall'altra vedo uomini che inneggiano a prendere il colpevole, seppellirlo in una buca e tirargli sassi in testa fino ad ucciderlo.
Una furia disperata e immonda.
Il primo è di colore.
I secondi sono bianchi. Nessuna delle due scene si è svolta in un incubo, nemmeno in qualche vignetta coloniale di inizio secolo.
A Milano un uomo disperato, impazzito ha ucciso tre persone. Lo ha fatto e senza dubbio sarà giudicato per questo. Nessun Ghedini, nessun Taormina gli garantirà l'impunità. E questa è giustizia.
Poche ore dopo, in tutta Italia, sui canali televisivi,alla radio,sui giornali ma soprattutto nella zona franca dei social network si è scatenata la rabbia cieca del razzista represso.
Centinaia,migliaia di persone hanno tuonato schiumando dalla bocca “Al rogo il negro” “A morte l'assassino Africano” “Fuciliamolo” “Facciamolo soffrire”.
Le peggiori pene del contrappasso e torture sono state augurate a quest'uomo che è anche assassino.
Non sono stati solo i leghisti, gli ignoranti, o i violenti a dire e scrivere queste cose.
Moderati e politicamente corretti si sono finalmente sfogati con la scusa del “dagli al bingo bongo” e sono stati quelli che hanno tirato fuori il lato più scuro dell'animo umano.
“Legatelo e prendetelo a sassate come si farebbe nel suo paese”
Non ho sentito questa frase nei confronti di Annamaria Franzoni. Che ha fracassato la testa del suo bambino di tre anni nel lettone.
Non l'ho sentito nei confronti dell'ariano killer colpevole della strage di Utoya, che ha ucciso a sangue freddo 69 ragazzi.
Non l'ho sentita quando un ragazzo bianco è entrato in una scuola a Newtown, freddando 27 bambini di sei anni.
E mi avrebbe fatta rabbrividire anche se l'avessi sentita in quelle circostanze. Ma nessuno l'ha scritta, o detta, e se l'ha fatto dev'essere stato in privato, vergognandosi un po'.
Ma quando si tratta di un uomo nero è diverso. L'uomo bianco addita accusa e minaccia. Il linciaggio è assicurato.
Nessuno ha pensato a cosa possa aver spinto un uomo ad un gesto del genere. Nessuno ha guardato alla disperazione e alla povertà come possibili scatenanti, come ha fatto decine di volte quando un padre sterminava moglie e figli o si dava fuoco con il resto della famiglia: quella è colpa della crisi.
L'uomo nero è più cattivo. Punto.
Non l'uomo, inteso come maschio, che quasi ogni giorno ammazza una donna. A quello non si augura la lapidazione.
Questa violenza cieca, sto parlando di quella dei razzisti mascherati da giustizieri, mi terrorizza. Mi terrorizza di più della possibilità che un giorno qualcuno impazzisca e mi prenda a picconate.
L'odio represso mi terrorizza. Il desiderio di predominio e punizione mi terrorizza.
Pur odiando le ripetizioni c'è una parola che ho lasciato più volte su questa pagina:Uomo.
Uomini siamo, prima che colpevoli, uomini, prima che accusatori.
E ci farebbe bene ricordarlo.
Vorreste vedere quest'uomo legato in una buca nel terreno per aver commesso un omicidio .Preso a sassate,immaginate le ossa che si spezzano, immaginate la pelle che si lacera, la lenta agonia fino alla morte.
Vi sembra il giusto contrappasso?
Bene. Ora immaginate che sia bianco.
Ancora della stessa idea?