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martedì 30 aprile 2013

Chi compra vota.

  Votate ogni volta che fate la spesa,ogni volta che premete un pulsante sul telecomando. Sono voti che date al sistema.

Ho preso in prestito queste parole del Padre missionario Alex Zanotelli, conterraneo de eticamente coetaneo.
Sono la migliore sintesi dell'unico potere che ci resta. Ci hanno ridotti da cittadini a consumatori. 
Ma prima di rassegnarci ad essere meri prodotti del sistema, prima di collaborare nel farci impacchettare, catalogare, disporre in file ordinate per l'apposizione del  codice a  barre, vorrei riflettere con voi su cosa possiamo fare.
Possiamo essere consumatori sì, ma consumatori critici.
Abbiamo abbastanza tempo per pensare a quello che stiamo facendo da quando allunghiamo la mano verso uno scaffale al "bip" del nastro alla cassa.
Abbiamo tempo per riflettere su a chi, cosa e dove mandiamo i nostri soldi.
Questo non significa vivere solo di prodotti "altromercato" "biologici" e "biodinamici", anche perchè spesso sotto queste (costose) griffe da supermarket la rete delle iniquità si dirama indisturbata.
Non significa fare la spesa solo dal contadino (magari) sotto casa, vivo come tutti voi e so perfettamente che tempi e luoghi non lo permettono alla maggior parte delle persone. No, avere una fattoria su farmville non è la stessa cosa.
Significa usare gli strumenti che abbiamo per informarsi, sì, c'è un app anche per questo.(https://itunes.apple.com/it/app/altroconsumo/id403683930?mt=8) per esempio.
Significa imparare a leggere un etichetta, a volte utile come un buon libro.
Significa usare la testa, mettendo ogni tanto l'etica davanti alla comodità di quello che mangiamo, indossiamo, scegliamo di vedere al cinema.
Due cose su tutte da prendere in considerazione.
Impatto sociale:
* assenza di lavoro minorile
*preferenza verso piccole aziende
*assenza di rapporti con regimi oppressivi o mafie
*messaggi veicolati da spot e marketing
*preferenza a prodotti artigianali o con alta mano d'opera
Impatto ambientale:
*rispetto delle condizioni dei lavoratori
*preferenza di coltivazioni ed allevamenti tradizionali a quelli intensivi
*assenza di test e sfruttamenti animali
*assenza o basso inquinamento e consumo di energia degli impianti produttivi
*utilizzo di materie riciclate e risorse rinnovabili
*impiego di imballaggi ridotti, riutilizzabili,riciclabili
*preferenze verso aziende locali, prodotti a filiera corta che diminuiscono l'inquinamento relativo al trasporto
*bassi residui e rifiuti
*preferenza verso prodotti di lunga durata, con possibilità di essere riparati

 Per quanto riguarda il cosa "fare"concretamente appuntamento con il prossimo decalogo (dodecalogo ventecalogo, ci stò ancora lavorando) 
Pensarci su può fare la differenza. Su la testa ragazzi, o qui continueranno a farci nuotare in un mare di merda spacciandocela per cioccolata calda.

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