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mercoledì 19 giugno 2013

Per chi di abbandono muore.


Una grossa macchina blu.
Un'altra.
Una, ancora, sparisce all'orizzonte prima ancora che il rumore del motore abbia smesso di far vibrare le mie orecchie.
E' incredibile quante macchine come la tua ci siano in giro, a casa non l'avevo mai notato.
Ogni volta che ne vedo una avvicinarsi,velocissima sull'asfalto rovente di questa strada,il mio cuore salta un paio di battiti, trattengo il fiato in attesa,per qualche lunghissimo secondo.
La tua mancanza mi lacera il cuore,ma nessuna macchina è mai la tua,nessuna rallenta per aprire lo sportello e farmi salire.
Le ore sembrano giorni, o forse lo sono,mentre attendo.
La luna è alta quando lo stomaco inizia a farmi male per la fame, mi alzo,le ossa mi fanno male dopo tanto tempo nella stessa posizione,ad aspettare.
Mi avvio camminando lungo il ciglio, la direzione mi sembra quella di casa, ma sono confusa,disorientata,non capisco.
Non capisco perchè mi hai lasciata
Non capisco dove ho sbagliato.
Non capisco che cosa sia successo di così terribile, per convincerti a separarmi da te.
Non può essere stata una scelta tua, continuo a ripetermi mentre la linea bianca sull'asfalto è la mia unica guida nella notte. Non puoi aver voluto davvero separare le nostre vite, tu, che mi hai coccolata e desiderata, tu che mi chiamavi amore,tesoro, cucciola.
Eppure tu, che sei il mi mondo mi hai lasciata lì, sotto il sole e non ti sei voltato indietro.
Quando penso alla tua macchina che sparisce nell'afa mi si rizza il pelo sulla schiena, e ho paura. Paura che non tornerai, paura che resterò sola e che nessuno mi riporterà a casa perchè l'ultima volta che mi hai fatto il bagno non hai più voluto rimettermi la medaglietta.
Non conosco queste strade, gli odori che si posano nelle mie narici sono nuovi e sconosciuti, i miei occhi gialli non sanno dove posarsi ed ora, se potessero stillerebbero lacrime di dolore.
Non capisco.
Non capisco.
Quando ti ho visto caricare la macchina con tutte quelle borse e quelli attrezzi eravate tutti felici.
La mia famiglia era felice ed io con voi! Che nuova avventura mi aspettava?
Sono salita in macchina con la fiducia incondizionata che ti ho sempre offerto, padrone.
Ed ora sono qui, poco lontano da dove mi hai scaricata. Sola. Non mi sono mai sentita così Sola.
Cammino da ore ormai,ho tanta tanta sete. Sento lo scrosciare dell'acqua al di là della corsia buia e decido di raggiungerla.
Una luce brillante mi investe.
Poi un dolore e la terra che mi sfugge da sotto le zampe.
Rumore.
Dolore.
Ho sonno.
Non riesco ad alzarmi dall'asfalto,ho paura. Dove sei padrone? Dove sei Amore?
Sento le macchine sfrecciare una, o un milione.
Qualcuno quando mi sto addormentando, si ferma.
Mani umane mi sfiorano mi sollevano, qualcuno mi carica in macchina ma non sei tu, Padrone.
Il calore di un corpo vicino, mi fa tendere verso una mano piccola e rosa poggiata vicino al mio muso. Verso un'ultima carezza
Mentre i miei occhi si chiudono,per l'ultima volta, qualcuno, ormai dall'altra parte del ponte rassicura la bambina seduta a fianco al mio corpo:
-“Non piangere, tesoro, è solo un cane abbandonato”.





Pensate a quello che fate quando prendete un animale.
Chi abbandona è un criminale, chi abbandona non merita niente di più di ciò che ha dato. 
Solitudine.

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